Per me, la cura
dei capelli attraverso metodi eco/bio, è un continuo esperimento
stimolante. Ogni qual volta mi lavo i capelli, mi domando cosa potrei
provare di nuovo, cosa potrei introdurre nella mia routine, come
potrei ottimizzare le maschere svuotafrigo o le maschere erbettose
che mi faccio.
Quando mi sono
avvicinata a questo mondo affascinante, uno dei primi ingredienti di
cui ho sentito parlare è l'olio di cocco. Una notorietà del
tutto meritata.
È ricchissimo di
Vitamina E, ha proprietà antifungine, antivirali, antibatteriche e
antimicrobiche. Circa il 90% dell'olio di cocco è composto da acidi
grassi saturi, principalmente dall'acido laurico, un elemento dalle
molteplici qualità. Sembra inoltre che abbia un'efficacia positiva
contro, ad esempio, alcuni problemi cutanei quali psoriasi, eczemi e
acne. Tuttavia, se cercate su Internet, spesso a fini commerciali, si
decantano eccessivamente le proprietà di questo prodotto,
quindi armatevi di criticità e buon senso.
È un prodotto che
può essere usato non solo nella cura del corpo e dei capelli, ma
anche in cucina.
(olio di cocco in forma liquida, con temperature un po' più freschine si solidifica ma è utilizzabile ugualmente)
Nella cura dei
capelli, l'olio di cocco è speciale, poiché può essere utilizzato
in diversi momenti. Mi spiego meglio. Può essere utilizzato come
impacco pre-shampoo, quindi come mascherone che viene
applicato prima di lavare i capelli. Oppure come leave-in,
ossia come prodotto che viene applicato e poi non viene sciacquato.
Come per il gel d'aloe.
Per il capello,
questo olio è un potente rigenerante e nutriente naturale, che ha
la capacità di rivigorire e illuminare la chioma. Ideale quindi per
chi ha i capelli sfibrati, spenti o provati dal cambio di stagione.
Domanda che spesso
viene posta è: viene applicato su capello asciutto, umido o bagnato?
La risposta è:
tutto va bene. Questa sembra essere la corrente di pensiero
maggioritaria.
Naturalmente, come
spesso predico, le cose bisogna provarle perché ognuno ha capelli
diversi e cute diversa.
Ebbene, ho provato
sui miei capelli. Come già premesso in altri post, la mia chioma non
ama particolarmente gli olii. Quindi le quantità che applico,
quando faccio questi esperimenti, sono limitate. Penso comunque
che una regola valida per tutti, quando si maneggia un olio, è
quella di non eccedere, per evitare effetto friggitrice alias capello
unto e lozzo.
Devo sottolineare
anche un'altra cosa, non da poco.
Non ho mai amato
il cocco, in tutte le sue forme, sapori e profumi. Le mie ex
coinquiline lo sanno molto bene. Quante volte sulla torta di
cioccolato non hanno potuto mettere le scaglie di cocco perché alla
sottoscritta non piaceva. E chissà quante volte magari le hanno
messe di nascosto. Il profumo poi mi ha sempre nauseato.
Eccessivamente dolciastro.
Tuttavia un po' di
mesi fa ho fatto un ordine online presso una ditta che si occupa di
prodotti eco/bio e tra le varie cose, ho acquistato anche un
barattolino di olio di cocco. Così per riprovare. E devo dire che mi
sono trovata molto bene.
Il primo aspetto
che ho rilevato è che ammorbisce un sacco la chioma, oltre
che naturalmente profumarla. Pur essendo un olio, se usato con
parsimonia, non unge il capello tipo effetto “ho fritto 5 chili di
patatine”. Se usato post shampoo, a capoccia ancora umida, ho
notato che toglie quel fastidioso effetto paglietta con
capelli che sparano ovunque. Devo dire effetto molto simile al gel
d'aloe.
Provare per credere!
Nessun commento:
Posta un commento